giovedì 16 maggio 2013

Antonio Molinari


Antonio Molinari 
(Bellinzona 1902- Milano 1995) Pittore e scenografo alla Scala dal 1946 al 1962. Per la vita e la storia professionale di questo scenografo rimando al suo sito : Antonio Molinari (completo e molto ben fatto dalla moglie Rosy).
Possiamo aggiungere alcune foto di suoi bei quadri,tutti figurativi , che vanno dal 1926 agli anni cinquanta e una foto di un suo bozzetto per la scenografia della "Iris" di Mascagni, I atto, che il Molinari porto' alla mostra collettiva di pittura teatrale che nel 1944 Nicola Benois organizzò' a Palazzo Clerici. 
1926 - "Scorcio della Darsena a Milano" dipinto a olio su tavola, siglato e datato in alto a sinistra, misura cm.25x22. Presente sul sito della Viscontea Casa d'Aste nel giugno 2010.
 1937 - "Chiesetta di montagna"-"Natura morta"-"Casa rustica" sono tre quadri tratti da un articolo della rivista "Amica "dell'anno 1937.
  1944 - "Iris" I atto, bozzetto
 
1944- "Foresta con cervo" acquerello su cartone, firmato datato e titolato Mariazel 3-12-1944 in basso a destra, cm.60x40. Dipinto durante il confino del Molinari in Germania. 






1945- "Zurigo " acquerello, firmato e datato in basso a destra con la dedica "al costruttore Arturo l'amico 
Molinari". Proviene dalla collezione di Arturo Bongiovanni capo  macchinisti alla Scala. 
1948- "Milano Vecchia S.Eufemia" acquerello, firmato e datato in basso a destra con la dedica " All'amico 
Arturo Bongiovanni Dicembre 1948". 
1948- "Zurigo" acquerello, firmato e titolato in basso a sinistra con dedica "All'amico Arturo affinche' si ricordi degli Incatenati" e altra firma con data in basso a destra. "Gli Incatenati" di Renzo Bianchi e' un melodramma dato alla Scala nella stagione 1947-48, diretto da Jonel Perlea e con scene e costumi del nostro Molinari.
1949- "Angolo di Milano" acquerello,firmato e datato in basso a destra con la dedica "All'Amico Arturo Bongiovanni per Ricordo d'un angolo di Milano che scompare. P.Ticinese 1949"
1953- "Monguelfo" acquerello su carta, cm.31x23 ,titolato e datato in basso a sinistra , firmato in basso a destra con dedica "All'amico Gregorio Bongiovanni per ricordo 1954"
1954- "Vaso con fiori" tempera su carta, cm.33x48, firmato e datato in basso a destra con dedica "Alla gentile signorina Rosanna per ricordo". Proviene dalla collezione di Giusto Antonini, responsabile 
manutenzione alla Scala.




Milano 1800 - Disegni a inchiostro 20x26 cm - aggiornato Dicembre 2016

Il Ponte delle Sirene

Piazza della Vetra

Laghetto dell'Ospedale

Basilica di S. Lorenzo

Corso dei Servi

Giovan Battista Santoni


Giovan Battista Santoni 
- Nato a Casteldario (MN) nel 1881 , morto a Milano nel 1966.
Poco si sa sulla vita di questo scenografo.
Partecipò con numerosi noti scenografi e disegnatori teatrali del tempo , tra i quali Camillo Parravicini ,Antonio Rovescalli,Vittorio Rota, Carlo Songa,   Luigi Sapelli (Caramba),Pietro Stroppa,Giovanni Magnoni, all'allestimento delle "Prime" di Puccini.                                                                                                                

Tra le sue scenografie ricordiamo:                                                                             
1922- il 14/01  " Rigoletto"
1927- il29/12   " Sly ovvero La leggenda del dormiente risvegliato" di Wolf-Ferrari con Scajoli.
1939- dal 17 al 29/01  "Gianni Schicchi " alla Fenice di Venezia.
 il 07/02 "Antiche danze e arie" al Teatro dell'Opera di Roma con Mario Pompei.
1940-dal 9 al 21/01  "Turandot" alla Fenice di Venezia
1947- il 27/02  "L'Oro" di Pizzetti con Mario Vellani Marchi.

Nel  1944 anche il Santoni partecipa alla mostra collettiva di pittura teatrale organizzata da Nicola Benois a Palazzo Clerici portando sei bozzetti per:
"La Parisina" di P.Mascagni, atto I 
"Don Pasquale" di G. Donizetti, atto I
"I Lombardi alla Prima Crociata" di G. Verdi, atto III 
"La Maddalena" di V. Michetti, atto I
"Maristella" di P. Petri, atto II e III
"Turandot" di G. Puccini, atto III con Pietro Aschieri  








Pittore da cavalletto:
 "Barche" tempera su cartone (cm.39x15) siglato GS in basso a destra





mercoledì 1 maggio 2013

Giacomo Jori


Giacomo Jori  -  Poco si sa sulla vita di questo scenografo. Nel 1936, alla mostra Internazionale di Scenotecnica Teatrale presso la VI Triennale di Milano, espose due bozzetti per l' Orfeide di G.F. Malipiero. 
Pittore da cavalletto: 
  1. "Vecchia alla fonte" olio su tavola siglato in basso a destra. 
numero 1

Vincenzo Pignataro


Vincenzo Pignataro. Poco si sa sulla vita di questo scenografo. Lascerà la Scala dalla stagione 1958/59 (nella stessa stagione Carlo Ighina diventa Capo servizio costruzioni e Franco Cagnoli diventa scenografo realizzatore titolare).
Realizzò le scene di: 
  1950 
  1. "Le Silfidi". 
  2. "Falstaff".
  3. "Sansone e Dalida"con Mantovani, Molinari e Ighina su scene Benois 
 1951 
  1.  "Werther" 
  2.  "Parsifal" con Mantovani, Molinari e Romei su scene Benois
  3.  "Il Principe Igor" con Molinari e Ighina 
  4.  "Le Martyre de Saint Sebastien" con Brilli, Ighina, Mantovani, Molinari e Romei  
Pittore da cavalletto : .
  1. "Paesaggio montano" olio su compensato in cornice dell'epoca firmato in basso sx
  2. "Paesaggio marino con tetti" olio su compensato in cornice dell'epoca. cm. 46x36 firmato in basso a destra. . 
  3. "Mare in tempesta" . 
  4. "Paesaggio lacustre" . 
  5. "Ritratto di donna" . Fa parte dell'importante attività di ritrattista che il Pignataro svolse con grande perizia, si ricordano a questo riguardo i suoi ritratti della "Collezione Casati" presenti nel fondo del Museo teatrale alla Scala e catalogati nella biblioteca Simoni.
numero 1

numero 2
numero 5


Isaia Colombo


Isaia Colombo (Caponago 1898- ) Poco si sa sulla vita di questo scenografo. Nel 1932 la Galleria del Milione organizza un'esposizione intitolata: "Nove scenografi milanesi in cerca di un palcoscenico" alla quale,oltre al Colombo, parteciparono Bassoli,Broggi, Cagnoli, Cristini, Kaneclin, Montonati, Paladini, Zimelli. Erano tutti pittori vicini al razionalismo e alle tendenze dell'arte astratta, sostenevano la "scena plastica". Nel 1936 partecipa alla Triennale. Nel 1944 e' tra i pittori scenografi che espongono le loro opere alla mostra mercato organizzata da Benois a Palazzo Clerici (vedi foto e testo di Giuliana Ricci tratti da:" Duecento anni di Teatro alla Scala-La Scenografia"ed. Gutenberg-1977). Alcune sue scenografie sono: 17/02/1945 "Salome'" di Strauss. 27/05/1948 e', sempre con Salome', al Teatro Comunale di Firenze per l' 11 Maggio musicale fiorentino. 22/05/57 "Una domanda di matrimonio" di L. Chailly realizzata con Gino Romei su scene e costumi di N. Benois. 13/05/1958. "Prove di scena" fantasia coreografica con musiche di G. Viozzi, coreografia di Luciana Novaro, realizzata con Gianni Bellini su scene e costumi di N.Benois. Fu per molti anni collaboratore di Luigi Brilli con il quale condivise molte scenografie e con il quale lasciò la Scala dalla stagione 1961/62 (in questa stagione infatti Giogio Cristini e Giuseppe Rigon diventano scenografi collaboratori). 




(da "Duecento anni di Teatro alla Scala - La scenografia" Gutenberg Editore)



(Norma - Atto I)





(Barbiere di Siviglia - Atto I)














Pittore da cavalletto:












Antonio Rovescalli



Antonio Rovescalli fu tra i più tenaci sostenitori della tradizione storico-verista contro il fiorire delle avanguardie. Ottimo pittore lavoro' per la Duse (Francesca da Rimini), Sara Bernhardt, Coquelin aine' (Cyrano). Aprì un grande studio che forniva scene,nuove o di repertorio, ai maggiori teatri lirici italiani. Come scrive Gino Roncaglia(1883-1968) nel suo "Invito all'opera" la scuola di Rovescalli continua lo stile caratterizzato da solenni prospettive architettoniche ed è fondamentalmente legata a concezioni veristiche e storiche tipiche dell'influsso del romanticismo di Carlo Ferrario e Carlo Parravicini. All'inizio del '900 però le scene dipinte dai rappresentanti di questa scuola assumono aspetti più movimentati e drammatici, con forti contrasti di luci e ombre. I principali allievi del Rovescalli furono: Luigi Brilli, Ugo Serafin, Alberto Scajoli, Alessandro Magnoni, Savino Labo'. 

domenica 31 marzo 2013

Alberto Scajoli



Ugo Serafin

Ugo Serafin

 nato a Cavarzere,frazione di Rottanova il 24/04/1904  deceduto a Milano il 15/11/1987
Cavarzerano, meglio un Rottanovano, nato nei primi anni del 1900 e morto negli ultimi anni dello stesso secolo, uno scenografo ed un pittore molto conosciuto, specie a Milano, che è giusto ricordare anche nella “patria sua”. Con l’aiuto di qualche raro e particolare libro cerchiamo di dare delle elementari ma essenziali notizie biografiche di questo illustre compaesano “sconosciuto” a Cavarzere e dare spunto e materia ad altri studiosi ricercatori di approfondire in seguito la vita, le opere di un’altra persona che
sicuramente ha reso famosa la sua e anche la nostra città. Ugo Serafin nasce a Cavarzere nella frazione di Rottanova il 24 aprile 1904. È parente dei fratelli Tullio Serafin, famoso direttore d’orchestra, e Leandro Serafin (altro personaggio del mondo della musica tutto da scoprire, altro cavarzerano e rottanovano) primo oboe della Scala e successivamente titolare di una cattedra al Conservatorio di Milano (anche Leandro fu Direttore d’Orchestra nei Teatri di Provincia e anche alla Scala e all’Estero). Ugo Serafin dopo i primi studi a Rottanova, lascia la sua frazione e il suo paese
per Milano dove studia all’Accademia di Brera e alla Scuola Superiore d’Arte Applicata all’Industria. Dopo alcuni anni trascorsi come apprezzato pittore, nel 1922 iniziò la sua carriera come scenografo sotto la guida di Rovescalli, passando poi a collaborare con il notissimo Marchioro dal periodo dell’esecuzione del “Nerone” di Boito sino all’ultimo lavoro eseguito con il compianto scenografo e cioè il “Nerone” di Mascagni. Per il Teatro alla Scala Ugo Seafin ideò i bozzetti ed eseguì le scene di: “La Gioconda” (1934) di Ponchielli con Magnoni, Rovescalli, Santoni; “Suor Angelica” (1936) di Puccini con Brilli; “Ave Maria” (1937) di Allegra; “Francesca da Rimini” di Zandonai (nel 2° atto; nel 1°, 3° e 4° furono realizzate da Marchioro); “Madonna Imperia” di Alfano; “Mese Mariano” (1940) di Brilli; “Rigoletto” (1943) di Verdi con Benois; “Un ballo in maschera” di Verdi con Marchioro; “Gianni Schicchi” (1944) di Puccini; “Tosca”; “Adriana Lecouvreur” (1945) di Cilea. Lavorò per le scene delle opere “Falstaff”, “La Passione”, “Donna silenziosa” e “Aida”. Nel 1935 sostituì lo scenografo Marchioro negli spettacoli all’Arena di Verona eseguendo bozzetti e scenografie per l’opera di apertura “Norma”. Nel 1936 lavorò nella rifacitura della scena del III atto del “Nerone” di Mascagni per la ripresa cinematografica del film “Regina della Scala”. Eseguì lavori di scenografia per il “Colon” di Buenos Aires e altri teatri in Italia e all’estero, e si interessò pure alla esecuzione di corredi per compagnie d’operette e di prosa. Nel 1937-1938 dipinse le scene della “Margherita da Cortona” su bozzetti di M. Cascella e messa in scena a Torino diretta da Franco Capuana. Nel 1942 dipinse le scene dei “Carmina Burana” su bozzetti di Caspar Neher. La sua carriera di pittore e di scenografo durò ininterrottamente fino agli ultimi anni della sua vita. Sue opere pittoriche arricchiscono Gallerie Pubbliche e collezioni private. (U. Bello) 


Sabato 19 novembre una serata interamente dedicata al grande direttore d’orchestra

Tutti a teatro questo sabato 19 novembre per l’“Omaggio a Tullio Serafin” che il circolo “Amici del M. Tullio Serafin” di Rottanova organizza da alcuni anni per ricordare la vita e l’attività artistica di questo grande direttore d’orchestra e talent
scout di voci liriche che il mondo ci invidia. Un omaggio dovuto e si spera che in futuro possa avere una maggiore risonanza e aprirsi a nuovi orizzonti magari come concorso internazionale di giovani direttori d’orchestra, concorso proposto dall’Assessorato alla Cultura della Regione Veneto e, purtroppo, non andato a lieto fine. Di fronte alla grandezza e alla maestosità di questo patriarca del melodramma, nato a Rottanova, frazione dell’entroterra del Comune di Cavarzere, ci sia lecito entrare nel mondo familiare di questo “grande” per scoprire se ci sono stati degli addentellati culturali e musicali che l’hanno portato a tanto. Bisogna affermare innanzitutto che per vari motivi è difficile avere delle notizie sulla vita e sull’attività direttoriale e artistica del maestro Tullio Serafin, in particolare sulle sue origini. Il padre si chiamava Serafin Domizio, di professione faceva il caffettiere ed il pizzicagnolo, la mamma invece aveva nome Antonia Pavan detta Mattietto, di professione casalinga. Così li descrive lo stesso Tullio Serafin nelle sue Memorie: “Mio padre Domizio, intelligentissimo, mente aperta a giudicare il mondo, e anche ad amare e apprezzare la musica, l’ho voluto vicino a me nel mio pellegrinaggio da paese a paese, dove mi portava la mia professione. Tutti coloro che lo hanno conosciuto l’hanno apprezzato; povero com’era, amava l’arte e sapeva suonare un po’ il flauto. Mia madre? Una santa donna: aveva un bel volto proprio da santa. Io la ricordo e la invoco nei momenti di bisogno, di aiuto, anche nei dolori fisici” (fra i tanti oggetti che dovrebbero abbellire il Museo che non c’è e dedicato al Maestro si trova l’anello che la sig.ra Antonia portava al dito come dono di matrimonio e che il grande direttore d’orchestra stringeva ad inizio di ogni opera).


Tullio Serafin ha avuto due fratelli ed una sorella, tutti e tre avviati dal padre alla musica.

Il primo, Attilio Angelo, nato a Rottanova il 5 novembre 1872 e morto a Milano il 22 luglio 1940, sposato con Elisabetta Dirè detta Dina a Milano l’8.12.1912, di professione violinista (probabilmente in qualche orchestra della città meneghina). Il fratello Tullio ne parla così: “Non ricordo con precisione in quale epoca mio padre volle che mio fratello maggiore, Attilio, studiasse il violino. Lo portava ogni sabato (giorno di mercato) ad Adria perché prendesse lezione di violino da uno strano tipo: il maestro Luigi Rizzi, un ignorantone che però aveva una certa disposizione per la musica; le sue dita correvano facilmente sulla tastiera del violino, ma per il resto? Quando il violino di mio fratello risultò troppo piccolo per lui, volle che lo studiassi io”.

La sorella Amabile Elvira è nata sempre a Rottanova il 30 dicembre 1874 ed è morta il 2 febbraio 1955 a Mandello del Lario, dove insegnò fino alla pensione. Sempre il fratello Tullio scrive: “Lo stesso avvenne per il pianoforte. Mio padre comperò una spinetta perché la suonasse mia sorella Elvira, ma questa, intelligentissima per gli studi letterari, non aveva nessun talento per la musica. Un’altra volta parla del piccolo”… che “non aveva nessun talento per la musica”: ma questo sicuramente non lo potè riferire al terzo fratello, il più piccolo, Leandro, di cui un cenno c’è nelle Memorie, ma impercettibile. Leandro innanzitutto nell’atto di nascita viene chiamato Quintino Giuseppe e nasce a Rottanova il 18 marzo 1884.

Di Leandro Serafin qualche cenno sulla sua lunga attività musicale (in attesa di future ricerche su un altro cittadino di Cavarzere, ennesimo sconosciuto purtroppo). Leandro Serafin (1884-1956) studiò oboe a Milano presso il Conservatorio, allievo del Saetti, diplomatosi con il Carlotti; insegnò oboe presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano dal 1924 al 1956; fu per molti anni primo oboe della Scala sotto Toscanini ed il fratello Tullio. Musicista altamente apprezzato dai migliori direttori del suo tempo e richiestissimo nei principali teatri italiani ed esteri. Formò un numeroso gruppo di allievi che si distinsero in Italia e nel mondo: da ricordare particolarmente Visai, Renato Zenfini, insegnante presso il Conservatorio “B. Marcello” di Venezia, apprezzatissimo concertista; Ranzani, primo oboe alla Scala e insegnante al Conservatorio di Piacenza; Fiorentino Milanesi, Liceo Musicale di Pavia, e Leoni. Leandro Serafin diresse opere liriche in vari teatri di Provincia e esteri, e opere sinfoniche anche alla Scala di Milano, incise per varie case discografiche. Un talento tutto da scoprire. Da scoprire anche perché questo cambiamento di nome da Quintino a Leandro; il 14.03.1884 muore Quintino Sella, il 18.03.1884 nasce Quintino Serafin: forse il sacerdote al battesimo, visti precedenti tra Quintino Sella e la Chiesa, avrà voluto cambiare nome?

Ed infine, per stare in tema dei Serafin e la musica, da ricordare il cugino, sempre nato a Rottanova il 24.04.1904, morto a Milano il 15.11.1987, Ugo Serafin, scenografo e pittore di fama mondiale alla Scala, all’Arena ed in altri Teatri esteri del quale il nostro giornale, fra i primi in Italia, si è interessato qualche settimana fa.   (Ugo Bello)



Bozzetto: "Scena di Villaggio" firmato in basso a sinistra. (proviene dalla collezione di Arturo Bongiovanni. Collocazione attuale: collezionista milanese).








Nel 1944 anche il Serafin partecipa alla mostra collettiva di pittura teatrale organizzata da Nicola Benois a Palazzo Clerici esponendo tre bozzetti per:
- "Rigoletto " atto III








- "Gianni Schicchi" scena unica





 - "Francesca da Rimini" atto II
 Pittore da cavalletto:
1-"Paesaggio montano" olio su compensato (cm.32x40) firmato in basso a destra . (Proviene dalla collezione di Giusto Antonini , responsabile della manutenzione alla Scala. Collocazione attuale: collezionista milanese).
 2- "Veduta di Venezia con ponte" 

Luigi Brilli